Convegno sulla lingua sarda contemporanea

Venerdì 14 marzo 2014, ore 21 presso Sede Associazione Cuncordu di Gattinara

Simone-Pisano
Ingresso libero  Cartolina-F  Cartolina-R

Il glottologo Simone Pisano, presenterà il risultato di una sua ricerca sulla lingua sarda contemporanea vista in chiave moderna e con strumenti multimediali.

Si tratta per l'Associazione Cuncordu di un primo passo di avvicinamento al tema della "lingua sarda" e farla conoscere in modo “facile”, cercando di incuriosire e avvicinare non tanto i tecnici della lingua, ma la gente normale.

Abstract

Definizione

Il sardo è un insieme di varietà linguistiche diffuse in Sardegna (e, fuori dall’isola, parlate da molti emigrati) appartenenti al gruppo neo-latino delle lingue indoeuropee. All’interno del mondo romanzo (cioè di tutte le lingue che discendono dal latino) le parlate sarde hanno una fisionomia propria anche se, nella morfologia, condividono una serie di caratteristiche che le avvicinano maggiormente alle lingue neo-latine occidentali (p. es. castigliano, catalano, portoghese, francese medievale). 
Sostanzialmente il sardo è dunque diretta emanazione del latino anticamente parlato sull’isola, tuttavia, soprattutto a livello lessicale (cioè nelle parole), ci sono testimonianze non trascurabili delle lingue impiegate precedentemente alla conquista romana (sostrato paleosardo e punico), nonché di quelle dei diversi dominatori succedutisi in Sardegna dopo la caduta dell’Impero Romano (superstrato bizantino, pisano, ligure, catalano, castigliano e, infine, italiano moderno).

Varietà locali

Tutte le varietà che definiamo sarde condividono una serie di caratteristiche comuni, tuttavia, come succede per molte altre lingue minoritarie, nessuna singola parlata ha assunto un prestigio tale da assurgere a modello di lingua sovralocale.
Le parlate del centro-nord conosciute come nuoresi-logudoresi, da un punto di vista fonetico (cioè dei suoni), hanno una fisionomia piuttosto conservativa (cioè si sono distanziate meno dal latino parlato), quelle del centro-sud, note come campidanesi, appaiono invece più evolute foneticamente (cioè alcuni suoni o gruppi di suoni sono cambiati sensibilmente rispetto alle forme originarie). Non è tuttavia possibile tracciare un confine netto tra queste due macro-varietà perché, soprattutto nel centro dell’isola, i criteri impiegati per stabilire dei confini non portano a conclusioni univoche. 
In Sardegna, inoltre, nella parte settentrionale dell’isola, sono parlati il sassarese e il gallurese che hanno caratteristiche assai differenti dal sardo propriamente detto e possono essere considerati come varietà linguistiche affini ai dialetti della vicina Corsica.
Esistono poi gruppi di parlanti altre varietà neo-latine (si veda il ligure di Carloforte e di Calasetta e il catalano di Alghero) giunti sull’isola in differenti momenti storici.  
Informazioni di carattere storico e curiosità
La presunta “stranezza” del sardo è stata lungamente argomento di discussione per viaggiatori e letterati a partire dal medioevo. Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, autore della Divina Commedia, in un’opera che si occupava delle varietà linguistiche parlate nella penisola italiana (ma anche in Sicilia e in Sardegna), accusa i sardi di imitare il latino come le scimmie imitano gli uomini: il sardo sarebbe stato, a suo dire, troppo simile al latino.
Alla supposta “incomprensibilità” del sardo aveva alluso invece, già nel XII secolo, un poeta proveniente dal sud della Francia, il provenzale Raimbaud de Vacqueyras.
Più recentemente, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, gli studiosi di Linguistica (una disciplina scientifica che si occupa di studiare in maniera precisa e sistematica il linguaggio umano e del “funzionamento” delle diverse lingue) hanno spesso rivolto la loro attenzione alle parlate sarde ridiscutendo anche alcuni luoghi comuni piuttosto diffusi in sede non scientifica (p. es.: il sardo è davvero lingua così simile al latino? Il sardo può essere considerato un “dialetto” italiano?).
Riconoscimento istituzionale
Con l’approvazione della Legge Nazionale 482 del 1999 (che segue la Legge Regionale 26 del 1997), il sardo è stato inserito nella lista delle “lingue di minoranza” che dovrebbero avere la stessa dignità dell’italiano nelle località dove sono ancora parlate, ricevendo, anche a livello giuridico, un riconoscimento ufficiale della sua specificità.

 

Per chi volesse approfondire

Blasco Ferrer, Eduardo, Storia linguistica della Sardegna, Tübingen, Max Niemeyer Verlag, 1984.
Contini Michel, Etude de géographie phonétique instrumentale du sarde (2 voll.), Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1987.
Pisano, Simone, «Il cognome in Sardegna: riflessioni storico-linguistiche» in Addobbati Andrea, Bizzocchi Roberto, Salinero Gregorio (a cura di), L’Italia dei cognomi: l’antroponimia italiana nel quadro del mediterraneo, Pisa, Pisa University Press, 2012, pp. 379-397. 
Pisano, Simone, Il sistema verbale nel sardo moderno: tra conservazione e innovazione, Pisa, ETS, 2012.
Pisano, Simone, Pillole di linguistica sarda, Dispense del corso di Dialettologia Italiana, Università di Pisa, A.A. 2013-2014, http://uniss.academia.edu/SimonePisano.
Pittau Massimo, La grammatica del sardo-nuorese, Bologna, Pàtron, 1972.
Virdis Maurizio, «Sardisch: Areallinguistik/Aree linguistiche», Lexicon der Romanistischen Linguistik, n°4, Holtus Günter, Metzeltin Michael, Schmitt Christian (a cura di), Tübingen, Max Niemeyer, 1988, pp. 897-913.
Wagner Max Leopold, Fonetica storica del sardo, ristampa con traduzione e appendice di Giulio Paulis, Cagliari, Gianni Trois, 1984.
Wagner Max Leopold, La vita rustica della Sardegna riflessa nella lingua, ristampa con saggio introduttivo, traduzione e cura di Giulio Paulis, Nuoro, Ilisso, 1996.
Wagner Max Leopold, La lingua sarda: storia, spirito e forma, ristampa con saggio introduttivo, traduzione e cura di Giulio Paulis, Nuoro, Ilisso, 1997.
Wagner Max Leopold, Dizionario etimologico sardo, a cura di Giulio Paulis (2 voll.), Nuoro, Ilisso, 2008 [ristampa].

 

 


Simone Pisano si è laureato in Glottologia e ha conseguito il Dottorato in Linguistica Generale e Storica presso l’Università di Pisa. È stato docente a contratto di Linguistica Sarda presso la Ssis di Cagliari, di Glottologia presso l’Università di Sassari, di Filologia Romanza e di Lessicografia italiana presso l’Università di Pisa. Attualmente è Ricercatore T.D. presso la Facoltà di Lettere dell’Università ‘Guglielmo Marconi’ di Roma dove insegna Linguistica Generale, Linguistica Applicata, Fonetica e Fonologia e collaboratore della cattedra di Glottologia dell’Università di Pisa. Si occupa, prevalentemente, di varietà sarde antiche e moderne: lavora a uno studio linguistico sul condaghe  di San Pietro di Silki ed è impegnato, attraverso il lavoro sul campo, nella descrizione della morfologia verbale del sardo contemporaneo. Si interessa di lessicografia, collabora con il LEI (Lessico Etimologico Italiano) ed è revisore per il sardo nel quadro del progetto franco-tedesco Dictionnaire Étymologique Roman (DÉRom). È autore di numerosi contributi apparsi su riviste e a convegni nazionali e internazionali.