Continuità territoriale aerea: no all'abbandono della tariffa unica 

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La gara sulla nuova continuità territoriale aerea è stata disertata dalle compagnie nazionali interessate, Alitalia, Meridiana.
Contemporaneamente continua, come lo scorso anno, il caro tariffe sulle rotte marittime, aggravato dall’incertezza sull’acquisto della Tirrenia, sulla base delle osservazioni dell’Unione Europea.
Aerei e navi, con rispettive compagnie, funzionano a singhiozzo, con disservizi continui, contraddicendo il principio europeo che riconosce lo svantaggio dell’insularità e negando di fatto la continuità.
La mobilità è negata ai sardi residenti, che restano prigionieri del mare, ma anche ai sardi non residenti,
che per raggiungere la loro terra devono pagare le difficoltà di un sistema dei trasporti, (delle persone e delle merci), inadeguato, arretrato.


La FASI e le altre Federazioni degli emigrati chiedono una continuità territoriale moderna, funzionante e non discriminatoria.
sistema dei trasporti, (delle persone e delle merci), inadeguato, arretrato.

Il modello più giusto e più utile alla Sardegna dal punto di vista economico e sociale è quello della tariffa unica.

Lo diciamo nell’interesse nostro, come emigrati, che è  anche l’ interesse generale di tutti i sardi.
Se vogliamo nella gravissima situazione economica attuale, creare un’azione di sostegno al turismo isolano, uno dei pochi settori che resiste, sia pure con le difficoltà indotte dalla crisi generale, la tariffa unica è la sola soluzione possibile.
Si tratti con le compagnie, sulla base degli orientamenti della conferenza dei servizi, cercando la flessibilità possibile sull’organizzazione del sistema, delle tratte e dei voli, ma senza cedere sulla tariffa unica.
Si tratti con il governo sul costo necessario per assicurare gli oneri di servizio che servono a garantire la continuità.
Il governo Monti deve intervenire. Non si può slegare il costo della continuità accollato alla Sardegna, dal rispetto da parte dello Stato del patto sulle entrate e quindi dell’aumento delle risorse dovute.
È su questo che tutte le forze politiche sociali ed economiche sarde dovrebbero trovare la forza e la capacità unitaria di azione.
Gli associati dei circoli dei sardi in Italia possono, come hanno già fatto, ottenere degli sconti, per via della forza del loro associazionismo, con accordi commerciali con le compagnie.
Ma questo non tutela i 700.000 sardi , le seconde e terze generazioni di sardi che stanno  in Italia e in Europa, e tutti coloro che amano, apprezzano e scelgono la Sardegna per il mare, la cultura, il territorio.
Ridurre la grande questione della continuità territoriale allo sconto per residenti non giova al sistema economico sardo, al settore turistico e all’indotto della produzione agricola e pastorale.

La presidente FASI                                         Il vicepresidente Consulta Emigrazione

Serafina Mascia                                                                     Tonino Mulas