ALLARME PER GLI EMIGRATI E PER LA STAGIONE TURISTICA
L’Esecutivo della FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, riunito a Milano il 9 gennaio 2011, ha preso in esame con grande preoccupazione le nuove tariffe 2011, applicate dalle compagnie di navigazione.
Dall’inizio dell’anno, vedi le tariffe pubblicate su Internet, le principali compagnie di navigazione, Moby Lines, Sardinia Ferries, Grandi Navi Veloci (per la Tirrenia non ci sono ancora i dati, ma voci attendibili riferiscono di pari aumenti) hanno aumentato le loro tariffe mediamente del 40%, con punte che possono toccare l’80% nel mese di agosto.
L’ufficio trasporti della FASI ha calcolato questi aumenti, prendendo in considerazione lo stesso numero di persone, la stessa nave, la stessa auto e lo stesso periodo di ferie dell’anno scorso. E' stata predisposta una tabella esemplificativa dei costi comparati 2010 – 2011, tariffa residenti e tariffa non residenti.
Si dice che i bilanci delle compagnie per l’anno scorso siano in rosso. Risultato: sono aboliti tutti gli sconti promozionali. Esempio: se tu l’anno scorso partivi con l’auto a 1 Euro, più gli altri costi, acquistando il biglietto per l’estate in anticipo,
(a gennaio, febbraio o marzo), riuscivi a trovare soluzioni accettabili, quest’anno vai a prenotare e trovi solo le tariffe piene.
La politica è: meno passeggeri, meno navi, prezzi al massimo.
La vendita della Tirrenia, che doveva migliorare le cose, se troverà un compratore, (o magari più compratori associati) rischia di peggiorarle, perché avremo un concorrente in meno e sarà rafforzata la tendenza già in atto a “fare cartello”. Chi ci perde è sempre la Sardegna!
La situazione si prospetta drammatica per la stagione turistica e per l’economia della Sardegna: i primi ad essere colpiti sono gli emigrati sardi che fanno ferie normali perché lavorano.
Cosa succederà quest’anno con le tariffe così elevate? Il rischio è che molti rinuncino alle ferie per i costi divenuti insopportabili.
Anche gli emigrati pensionati, che vanno in Sardegna 4/5 mesi all’anno e non fanno il viaggio ad agosto vedono enormemente aumentate le tariffe. Occorre riflettere su cosa vorrebbe dire perdere quella quota annuale della loro pensione spesa in Sardegna. Abbiamo calcolato che già negli ultimi due anni, malgrado i legami familiari, l’effetto della crisi si è fatto sentire e le partenze sono state circa il 20% in meno.
La gravità dell’aumento delle tariffe colpisce, al di là degli emigrati, tutti i turisti italiani ed europei che vengono in Sardegna soprattutto con le auto a seguito, o anche senz’auto. Pensiamo ai giovani dei campeggi, del trecking, dell’escursionismo in genere. Occorre la continuità territoriale per tutti.
Dopo la crisi dell’industria, con la disoccupazione alle stelle, dopo la crisi della pastorizia, il pericolo del crollo del turismo è un rischio grandissimo: toccherà prima di tutto alberghi e residenze turistiche; ma tocca tutti i comparti: senza turismo, meno consumi, meno viticoltura, meno pastorizia, meno prodotti tipici, meno artigianato.
Cosa intende fare la Regione Sardegna per scongiurare questo pericolo? Cosa intende fare il Governo Italiano? A che punto è la trattativa per il riconoscimento dell’insularità nei protocolli del federalismo fiscale?
Come intendono mobilitarsi le associazioni di categoria, i sindacati, gli enti locali, i semplici cittadini?
Le associazioni degli emigrati sono pronte a far sentire la loro protesta; possibilmente, insieme ai sardi residenti, se e quando si decideranno forme di mobilitazione.
Il comitato Esecutivo FASI (Federazione Associazioni Sarde in Italia)